A metà degli anni '70 ho potuto conoscere la
pallacanestro elvetica grazie al canale della Radio Televisione della Svizzera
Italiana.
Erano i tempi in cui la squadra biancoverde della Federale di Lugano
dominava il campionato di Lega Nazionale A.
Le partite nei teleschermi venivano
trasmesse in bianco e nero e i sodalizi ticinesi erano in eterno conflitto
contro il potente Olympic Friborgo dove giocava un play-maker formidabile che
si chiamava Karati.
I bianconeri del Basket Lugano, il Viganello del cecchino
svizzero-americano Dan Stockalper (maglia numero 4), il Pregassona biancorosso
(la mia squadra preferita), il Bellinzona e il MoMo Mendrisio disputavano
accesissimi campionati ma alla fine la Federale degli ex-varesini Manuel Raga
(messicano) e John Fultz (statunitense) piazzava sempre il colpaccio con cui
stendeva tutte le avversarie. Nyon, Pully, Monthey erano altre squadre di cui
ricordo i nomi.
Era una qualità di pallacanestro certamente inferiore rispetto
a quella della Serie A1 e A2 italiana ma aveva un suo fascino indiscusso.
Spesso le partite venivano disputate in palestre con spalti ridotti, con un
tifo corretto e supportato anche dai campanoni in uso nei pascoli. C'era molto
fair-play e un alone di diversità accattivanti per non scrivere affascinanti e
meravigliosi.
Tutto questo è passato.
I ricordi invece sono rimasti.
Non so più
in quale campionato giochi il "mio" Pregassona oggidì, sempre che
esista ancora, ma poco importa.
Perché "quel Pregassona e quella
pallacanestro elvetica degli anni '70" non torneranno più.
E chi non ha
avuto l'infinita fortuna di viverli, seppure da spettatore TV, s'è davvero
perduto qualcosa di leggendario.
Mi risulta davvero difficile cercare di
spiegare la magicità di quelle immagini e dei suoi protagonisti, sensazioni
uniche...
Nessun commento:
Posta un commento