mercoledì 16 marzo 2011

Due parole con il Grande Pappa

Pappa nel 2009/2010...
Ieri con Chicca e Federico siamo andati al PalaCosta. Al termine dell'allenamento il team manager, il popolare "Mingo", ci ha portato in sala stampa LUI, ovvero Roberto Pappalardo, intervista autorizzataci già da alcuni giorni da Riccardo Sabadini che sostituisce momentaneamente come addetto stampa Miro De Giuli.

Roberto Pappalardo, appena ventunenne (nato il 2 febbraio 1990), è un giocatore molto educato, maturo ed equilibrato. Mai una parola fuori posto, rispettoso e molto umile. Ecco il breve botta e risposta con lui (tra cui alcune domande rivoltegli anche da Federico e dalla Chicca ma non dal Nani, rimasto malauguratamente a casa febbricitante causa il virus intestinale micidiale che circola in questi giorni in ogni dove):


Roberto come ti trovi qui a Ravenna? 
Bene, la città è ottima e la società pure. Molto bene tutto, grazie.

Domenica hai giocato solamente otto minuti contro Castelnovo di Sotto. Ti pesa questo turn-over di Ciocca? 
Capita a tutti di doverlo rispettare. Dobbiamo accettarlo anche a detti stretti, siamo una squadra compatta.

Come giocatore ti definisci? 
Versatile, sicuramente. Mi so adeguare alle varie situazioni.

Il 16 dicembre sei stato operato al menisco del ginocchio destro. Come stai ora? 
La parte operata è a posto ma il ginocchio nel complesso ha risentito del sovraccarico immediato dopo l'operazione e ogni tanto torna a darmi dolore, forse dovevo riposarmi un pò di più.

Ne consegue una penalizzazione nel minutaggio del tuo impiego sul parquet? 
In teoria non dovrebbe essere così anche perché non manco mai ad alcun allenamento ma in realtà il mio tempo in gioco risente di ciò.

Raccontaci la tua trafila cestistica prima di arrivare qui a Ravenna?
Ho giocato con la società Alfa-Omega di Ostia fino a 16 anni poi sono passato alla Virtus Roma e al Rieti. A 18 anni sono andato a Chiavari, poi a Olbia e la scorsa stagione, 2009/2010, l'ho iniziata in B1 a Ruvo di Puglia. Ma dopo poco dall'inizio del campionato ho preferito scendere di categoria e venire qui a Ravenna dove mi veniva garantito un maggiore tempo di gioco. Con il Ruvo di Puglia me la dovevo vedere con compagni molto forti e bravi e io avevo bisogno di giocare molto senza turn-over così frequenti.

La tua partita migliore di questa stagione?
Le trasferte a Bologna con la Fortitudo e a Cavriago le ricordo più di tutte le altre partite giocate.

Quale consigli daresti ai giovani cestisti che vogliono sfondare in questo sport? 
Lavorare senza sosta fin quasi a cadere svenuti. Mantenere sempre la massima umiltà e stringere i denti: il momento arriva per tutti e bisogna farsi trovare pronti (Chicca e Federico erano attentissimi a questa risposta, ndr).

Dove arriverà in questa stagione la squadra? 
Facciamo gli scongiuri: possiamo andare in B1!!

A Sant'Arcangelo cosa è successo? 
Avevamo addosso troppa pressione e abbiamo sbagliato di tutto e di più, anche tiri facili: davvero troppi errori imperdonabili. Rimane il fatto che loro non sono certo dei marziani, sono una squadra alla nostra portata, senza ombra di dubbio.

DOMANDA DI FEDERICO
Quando hai iniziato a giocare a pallacanestro come erano i tuoi risultati scolastici?
 

Ho iniziato a 9 anni a giocare (mi ero rotto un braccio giocando a calcio e mia madre mi indirizzò al basket...) e a scuola sono sempre andato bene fino al terzo anno delle Scuole Superiori in cui dovendomi allenare anche al mattino ho smesso gli studi per poi prendere il diploma in una scuola privata.

DOMANDA DELLA CHICCA 
Nella tua carriera quali squadre forti ricordi di avere incontrato?
Ricordo volentieri una squadra siciliana, il Barcellona Pozzo di Gotto, piena di giocatori navigati e di grande qualità, gente che proveniva dalla Serie A. Molto forte, credetemi, è anche la nostra squadra di questa stagione vedansi infatti le amichevoli contro le compagini di B1 vinte quasi tutte.

DOMANDA DI FEDERICO
Che comportamenti avevi fuori dal parquet quando eri ragazzo?
 

A 15-16 anni ero un pò una testa calda poi però allontanandomi da casa sono maturato anche perché dovevo organizzarmi la mia giornata da solo. La lontananza da casa mi ha aiutato tanto a responsabilizzarmi.

DOMANDA DI FEDERICO
Come si è trovato il gruppo con l'arrivo di Malamov?
 

Andrea si è aggregato subito bene e non gli abbiamo certo fatto pesare di essere qui da più tempo come lui non mette mai sulla bilancia l'essere il giocatore di classe che è. Lui poi è romano come me e noi facciamo presto a inserirci, scherziamo e ci piace stare bene con i compagni. Il nostro è un gruppo che vive moltissimo tempo insieme anche fuori dal parquet.

DOMANDA DI FEDERICO
Chi è stato il tuo mito cestistico da piccolo e qual è quello di adesso? 
Da piccolo certamente Michael Jordan, vero esempio di professionista sia dentro che fuori il parquet. Proteso sempre e comunque al perfezionamento, davvero uno stimolo per chiunque voglia migliorare sempre in questo sport. Oggigiorno ammiro molto Steve Nash che è come me un playmaker (gioca con i Phoenix Suns nell'NBA, ndr). Costui è un eccezionale organizzatore del gioco, sa guidare perfettamente la sua squadra e poi segna i canestri che contano proprio quando più servono.

DOMANDA DELLA CHICCA
Qual è il tuo ruolo preferito?
 

D'indole sono una guardia ma in futuro intendo migliorarmi molto come playmaker. Ho ancora tanto da imparare e ce la metterò tutta.

L'intervista è finita qui. Pappa ha scritto una lunga dedica con autografo al Nani augurandogli soprattutto di non finire mai di divertirsi giocando a pallacanestro trovando sempre "la felicità". C'è stato anche un autografo per la Chicca mentre Federico ha chiesto di avere, alla prima occasione, un autografo sulla maglia con il "pennarello indelebile". Prima di andarsene Roberto ha stretto la mano a Federico e dato due bacini sulle guance alla Chicca che, naturalmente, non si laverà più le gote per almeno un semestre.

Grazie Pappa per la tua disponibilità. Ti auguriamo ogni bene, nella speranza che mai e poi mai tu debba vestire la casacca del Sant'Arcangelo. Mai, per favore, questo mai...

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