venerdì 17 febbraio 2012

Recupero tardivo dello Zadar: addio Kup. Ravenna KO a Bassano

Ive Ivanov (KK Zadar)
Zadar male nei primi 2 quarti
In svantaggio di ben 14 lunghezze all'intervallo (46 a 32) lo Zadar ha finito per perdere 76 a 72 sul parquet dello Zagreb CO nella semifinale di Kup Kresimira Cosica. La rimonta zaratina non si è quindi completamente realizzata nonostante il sempre ottimo Ive Ivanov (23 punti) a cui si è unito Ante Delas (16). Bene anche Karlo Vragovic con 14 punti realizzati. Nell'altra semifinale il Cedevita ha vinto comodamente 102 a 74 contro lo Split.

Scivolone di Ravenna a Bassano
Davvero una brutta sconfitta quella di ieri sera per l'Acmar in trasferta a casa del fanalino di coda bassanese. I giallorossi vicentini, città e zone che ricordo essere intrise di eccelso Hockey su Pista, alla fine hanno vinto per 68 a 63 grazie a una bomba da tre decisiva di Nicola Camazzola a 14" dal termine. Dopo avere chiuso avanti di quattro lunghezze, 33 a 29, le prime due frazioni (ma avere anche sprecato molti possessi con turn-over) i nostri giocatori hanno subito un perentorio parziale di 12 a 0 in apertura di terzo quarto con cui i locali hanno chiarito alcuni rapporti di forza. Rientrati in partita a fine della medesima frazione, i ravennati si sono giocati negli ultimi 10' punto a punto il risultato perdendo però malamente. E questo nonostante pietre miliari nei locali come Pietrobon, Carlesso e il lettone Antrops fossero usciti per falli. Se non altro nel dispiacere di questa brutta sconfitta c'è da rallegrarsi che Giacomo Cicognani fosse in panchina tra i dieci prescelti e che quindi presto dovremmo rivedere all'opera. Auguroni anche a Massimiliano Bosio che sta soffrendo di una malefica fascite plantare. Una sconfitta come quella di ieri sera fa passare persino la voglia di gioire per la vittoria dell'Olimpia Milano nei quarti di finale di Coppa Italia contro la Virtus Bologna (non me ne voglia il grande Ale Cavina...). Forza Cece e forza ragazzi: rialzarsi subito! Domenica arriva Spilimbergo con cui ci sono conti da regolare...

Odiato e amato: Adolph Rupp
Leggendo il libro "Wildcat Madness" ci si imbatte enne volte nella figura fors'anche ingombrante di Adolph Frederick Rupp che fu coach della University of Kentucky per ben...43 stagioni consecutive (dal 1930 al 1972). Costui, nativo del Kansas nel 1901 (in cui i Jayhawks della University of Kansas sono un'altra delle massime potenze storiche del college basketball), è passato alla storia come un megalomane pieno di sé all'ennesima potenza. Lingua tagliente, fiducia illimitata in sé stesso, brusco nel trattare i giocatori ma anche infinito motivatore e acutissimo nel recruitment con cui ogni anno portava linfa fresca nei "Bluegrass". Rupp ebbe la possibilità di allenare fuoriclasse del calibro di Dan Issel, Ralph Beard (medaglia d'oro alle Olimpiadi di Londra del 1948), Louie Dampier, Alex Groza e Pat Riley. Il tipo, naturalmente, odiava perdere semplicemente perché non accettava la sconfitta: una bestemmia ai suoi occhi. Rimase famosa la finale NCAA del 1966 in cui Kentucky (tutti di pelle bianca) perse contro Texas Western (tutti neri, allenati da Don Haskins) per 72 a 65: una partita che fece capire come i valori razziali nella pallacanestro stessero cambiando. Quella sconfitta, a detta degli esperti, fu il definitivo crollo per la psiche di Rupp. Un KO da cui non si riprese mai più del tutto. Morì, amato e odiato, nel 1977. Decisamente uno dei massimi vincitori nella storia della pallacanestro universitaria Rupp rimane comunque figura controversa. E come scrisse qualcuno: "La parola Rupp è di quattro lettere. Proprio come Love e anche Hate". Il suo record assoluto come coach di college fu: 876-190. Per uno stato come il Kentucky, dove si dice che "i bambini incomincino ad ascoltare per radio le partite di pallacanestro quando sono ancora in braccio ai babbi per fare il ruttino dopo la poppata", Rupp rappresentò per oltre quattro decenni l'incarnazione del potere agricolo di questo sport. Fisicità e tenuta illimitata. Lexington forever...

Express League
Il massimo torneo islandese ha completato sedici dei ventidue turni di regular season. Continua comodamente in testa il Grindavik (record 15-1) che nell'ultimo turno ha travolto per 119 a 81 il fanalino di coda Valur Reykjavik (0-16). I miei amati del Njardhvik occupano una modesta ottava piazza con un 7-9 triste anche se sabato hanno superato in casa per 88 a 78 lo Snaefell grazie a 41 punti di Cameron Echols e 29 di Travis Holmes. Nei giocatori locali (islandesi di nascita) segnalo i 4 punti di Pall Kristinsson.

Liga Leumit
Dopo 18 turni nella seconda divisione israeliana al comando troviamo naturalmente l'Hapoel Tel Aviv (allenato da Uri Shelef) con 15-3, tallonato con 14-4 dal Maccabi Be'er Ya'akov. Buon terzo è l'Elitzur Yavné con 13-5 seguito da un terzetto con 10 vinte e 8 perse: Hapoel Kiryat Tivon, Maccabi Hod HaSharon e Hapoel Afula.

NBB (Lega Brasileira)
Già disputati venti turni nel massimo campionato brasileiro. In vetta il Pinheiros/Sky con 16-3 poi il nostro amato Flamengo con 14-3. Terzo è il Sao José/Unimed con 14-4 mentre clamorosamente con 6-12 è solamente dodicesimo il Vivo/Franca, potenza della pallacanestro paulista. Ricordo che nel Pinheiros (anch'esso di San Paolo) giocano due italo-brasiliani: la guardia 27enne Paulinho Boracini e il suo coetaneo Bruno Fiorotto, di ruolo Pivot. Il coach è Claudio Mortari (chissà di che origini è anche costui...chissà...mah!!)

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