Ci sono cestisti, situazioni, eventi, simpatie e passioni
silenziose che si vanno sagomando e stabilizzando quasi per magia e per
incanto.
Lo Junior Basket Ravenna è nato quasi per caso al termine
della scorsa estate venendo iscritto all’ultimo dei campionati senior maschili:
la Prima Divisione
Regionale. La squadra assemblata, come tutti i neonati, ha dovuto “subire” lo
svezzamento per poi imparare a camminare cadendo anche rovinosamente per le
terre ove ha riportato anche tumefazioni dolorose. E’ poi anche arrivato il
momento dell’acquisizione dell’autostima, situazione che ha permesso di
incominciare a correre ad una velocità che nessuno ha saputo eguagliare o, tanto
meno, fermare. E’ giunta così la promozione al campionato di…Promozione.
Questa è la Ravenna
che vince, che inizia un campionato e sale sul carro più importante. A
coronamento di una stagione che ci auguriamo non diventi “irripetibile” quanto
invece ripetibilissima con una graduale scalata di categorie nonostante la Prima Squadra di Cece Ciocca
rappresenti ben altro livello tecnico-tattico.
Questo che segue è il mio personale contributo, e saluto, ai
Bhoys. Conosciuti per caso, nelle circostanze più strane e diverse, sono un
Gruppo che mi è entrato nell’anima. Quattordici giocatori e due tecnici, anzi
tre che saluto con l’oramai strafamoso slogan-mantra coniato, anche qui per
caso, da Nic Rosy una sera a ora tarda dopo una vittoria: “E andiamo!”.
Francesco Casciello
“Guru Franz”
Non è di oggi la sua profonda conoscenza del gioco. E’
difatti uno studioso anche mono-maniacale dedito alla cura del dettaglio. Quelli
come lui capiscono con un certo anticipo cosa accadrà sul parquet. Grande
valore aggiunto per lo staff tecnico del Basket Ravenna, quindi.
Prego,
prenderne nota. Grazie.
Paolo Caponegro
(non gli ho mai affibbiato nickname...)
Ad un certo punto non è più andato in panchina a fare l'assistente. Con me ha sempre intrattenuto un rapporto onesto e cordiale. Speriamo di rivederlo presto.
Giuseppe Mele
“Capitan Pommes”
Un leader silenzioso. Ha saggiamente dispensato sorrisi e
sferzate a seconda della necessità. Se gli lasci un metro di spazio fuori dal
pitturato carica la berta e insacca il tiro relativo. Giocatore di quelli
attorno a cui si costruisce con fiducia e lungimiranza. Beve birra di frumento:
Hoegaarden di preferenza. E detesta Carcassonne. Dommage!
Nicola Rosà
“Nic Rosy”
Finisseur della
prima ora. Ama il gioco tecnico e difficile. Non gradisce la clava altrui
preferendo il fioretto e questo forse è stato il suo limite. Di cattiveria
agonistica ne avrà bisogno in Promozione. E’ stato forse il primo a riconoscere
lo sforzo di questo blog a sostegno mediatico del Gruppo. Anche lui beve birra
di frumento: pur ello si delizia con la Hoegaarden. Lo aspetto davanti a una Guinness...
Marco Bizzarri
“Sherlock Bizz”
Migliorato di gran lunga con il passare del torneo.
Generoso, pronto al sacrificio, onnipresente e duttile. Le idee del viso
tradiscono: sembra un duro ma è una persona buona e disponibile. Negli sms è un
po’ laconico. Peccato si sia infortunato proprio prima delle due finali. Si
consolerà in estate con la lettura del romanzo “The Hound of the Baskervilles”.
D’altronde il suo eroe non lo abbandona mai.
Davide Serafini
“Dade Giuve”
Giocatore della vecchia guardia senza essere vecchio per
nulla. Duro sul parquet quanto basta, con invidiabile freschezza atletica e con
buona visione di gioco. Ha fatto l’avanti indietro tra il roster e il
non-roster considerata l’alta qualità della concorrenza. Gli perdoniamo l’amore
parallelo per il calcio e per la Juventus.
Nessuno è perfetto.
Giuseppe Bellanti
“Beppi Twin”
Difficile scrivere di lui. Gli voglio troppo bene e per
certi versi per me è un figliolo acquisito (e comunque “Quel che accade nella Club
House rimane nella Club House”). Necessita di un po’ più di autostima e ferocia
agonistica e questo per lui sarà il gradino prossimo da affrontare. Vorrei
vederlo qualche volta con lo sguardo torvo ma la cosa è difficile sempre e
comunque perché la sua innata bontà chiede spazio. Gradisce lo Snake del Mac
Gowan’s e, sotto voce, si professa seguace dei San Francisco Giants dei quali
possiede un cappellino preziosissimo. PS Beppi: ho dimenticato niente???
Niccolò Beghi
“Nicc”
Play-maker in via di costruzione. Tecnica molto buona e
lettura del gioco molto apprezzabile. Ha disputato partite eccezionali ed altre
sotto tono ma la giovine età è dalla sua: il suo gesto atletico di penetrazione,
con annesso terzo tempo, è stilisticamente bellissimo da vedere. Adora le
patatine fritte (peccato veniale). Ma non ho capito se gli piace la birra.
Marco Bellanti
“Marchino Twin”
E’ arrivato a campionato iniziato. Se l’era andata a
spassare in California tagliando foreste di Sequoia e sognando un ingaggio nei
Golden State Warriors. Ci ha messo un pochetto a inserirsi negli schemi del
Guru Franz e ci ha messo un pochetto anche a raffreddare i bollenti spiriti. Dopodiché
ha preso confidenza in virtù anche di una tecnica di gioco molto interessante. Ha
disputato play-off da protagonista assoluto traghettando la squadra in
Promozione. Ricordo che questo novello Caronte non prova simpatia per i New
York Yankees e questo, mi si creda, è già un bel traguardo raggiunto.
Alfredo Gigante
“Giganteggiatore James”
Il fondo dell’occhio è da filosofo. La barba ne aumenta le
vesti. Tiratore dalla tecnica invidiabile, attento passatore e sempre pronto
allo scherzo. Una delle colonne della squadra sebbene sia stato (GIUSTAMENTE)
bersagliato per il suo amore smodato per LeBron James a cui ha domandato di
venire riconosciuto come figlio, illegittimo o meno non farebbe differenza. Il
numero “6” gli
è andato stretto perché sulla casacca avrebbe preferito il “23”, ovviamente, ma si dice che
Michael Jordan si sia fieramente opposto alla concessione.
Luca Taglioli
“Luchettino”
L’uomo-roccia. L’incassatore per eccellenza. Ha preso una
marea di botte sotto canestro mantenendo un controllo e una sportività che
pochi avrebbero evidenziato. E’ abituato d’altronde a carichi di lavoro
quotidiano enormi per cui alla fine per lui l’allenamento e la partita sono
cose da assolvere in scioltezza. Ha il disastroso difetto di fumare. Ma lo fa
con il sorriso sulle labbra. Divora quantità sostanziose di strozzapreti panna
e speck. E fiorentine di oltre un chilogrammo. E beve aranciata.
Laciate Dieng
“Carl”
Ha ottenuto il nulla osta federale a stagione ben inoltrata.
Non l’ho mai visto all’opera ma mi dicono che abbia buona tecnica e grande
fisicità. Come tanti senegalesi deve guadagnarsi la quotidianità lavorando
sodo. Sugli spalti l’ho visto spesso con un bellissimo paio di occhiali da sole
a specchio: giusto per mimetizzarsi…
Simone Minghetti
“Mingo Bis”
Ha giocato poco, sebbene figlio d’arte. Io non l’ho mai
visto all’opera ma mi dicono che abbia buona tecnica e fiducia nei suoi mezzi. Mi
dicono anche che abbia grande successo con il genere femminile. Pacato,
sorridente, di buone maniere. Che beva birra ogni tanto?
Filippo Dallatomasina
“Le Pétit Caporal”
Play-maker. Il direttore d’orchestra che porta ordine e
disciplina. Senza mai andare sopra le righe. Tipico di chi conosce la parte e l’interpreta
secondo un canovaccio ripetuto enne volte. E’ arrivato a campionato iniziato
proveniente dalla SPEM ravennate evidenziando la qualità della categoria
superiore. Si dice non beva birra e sia uno sfegatato tifoso di Francesco Totti.
Mattia Bagattoni
“Bug”
Ancora un po’ acerbo ma con grande voglia di fare. Proviene
dalla pallavolo, disciplina indecente. Un giorno Bug sulla via di Damasco però
è stato fulminato da un rebound che l’ha fatto cadere dalla diligenza: di lì è
nato l’amore per la Pallacanestro. Conosco
suo nonno che è una persona squisita e buonissima.
Luca Miserocchi
“Kiraly”
L’ho tenuto in fondo. Perché il tipo, che ammette di avere “la
testa di un quindicenne”, è per certi versi uno spettacolo. Per questioni di
privacy non posso divulgare i contatti via sms che ho avuto con lui, messaggi zeppi
di punti esclamativi e poco più. Alla venerabile età di 37 anni (esattamente
quelli di Gianluca Basile del Cantù) il Re ha mostrato tenuta atletica e acume
tattico a cui ha unito in certi momenti una bastarderia agonistica utile e
necessaria al bene del Collettivo. Sappiamo già che non si ritirerà nemmeno
questa volta: la Pallacanestro Terni, il Basket Club Burkina Faso
e il Gruppo Cestisti di Calcutta lo vorrebbero mettere sotto contratto e lui,
con un curriculum vitae invidiabile, sta pensando tramite il suo agente (Mauro
Alessandri, ex-compagno nella gloriosa Olimpia del tempo che fu) di offrirsi al miglior offerente: pare anche che Milan Macvan l’abbia
richiesto per fargli fare lo chauffeur personale a Belgrado o a Tel Aviv. L’unico benefit che il
nostro Mise-Kiraly chiede è un Harem. Ma non ditegli che è di dominio pubblico la sua
non-conoscenza della lingua magiara...
Alessandro Cavina
“Ale Cavonen”
Senza di lui crollerebbe tutto e subito.
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