In un cammino comune è anche prassi che le persone scelte, a me piace anche chiamarle "i generali che dirigono le operazioni sul campo", vengano e vadano. Tra costoro può esserci stata sicuramente maggiore o minore qualità e competenza ma ciò che è bene ed imprescindibile è che rimanga il Progetto (debitamente scritto con la lettera iniziale maiuscola) come base e fondamenta di ciò che si vuole costruire.
Ho davanti a me ancora una volta il miracolo educativo messo in piedi da Andre Marani e Miki Marcheselli con i 98/99 Rossi: un gruppo partito in sordina ed in silenzio, giovini che non avranno mai la possibilità di giocare ad esempio nella Diekirch League (la massima serie lussemburghese) ma che avevano e ancora hanno una grande voglia di socialità e di crescita comune.
Mio figlio Beniamino è un disegnatore e un inventore e campa, a quasi 13 anni compiuti, di sogni e speranze. Come tutti i suoi coetanei, d'altronde. Ha sempre detestato lo sport e negli anni precedenti ha sofferto una certa competitività che ha incrociato nella pallacanestro.
Ma la scorsa stagione qualcosa è cambiato e lui e gli altri suoi compagni di viaggio, nati nel 1998 e 1999, hanno cementato una solidarietà ed un "senso di fare gruppo" da lasciare sbalorditi. Arrivavano in palestra mezz'ora prima dell'inizio dell'allenamento e non hanno mai sfracassato i maroni (mi si perdoni la terminologia, chiedo venia ma quando ce vò ce vò...) a chicchessia tanto da portare Miki Marcheselli ad ammettere di non avere mai visto nulla del genere in otto anni di istruzione/educazione nelle giovanili.
Un settore giovanile ha anche una sua sezione femminile e mia figlia Ester ha potuto attingere a piene mani gli insegnamenti di Monica e Daniela. Nonché spendere tante ore di spogliatoio con altre compagne e rapportarsi a cose femminili. Un bel gradino di crescita, sicuramente. Adesso le nostre ragazze perdono contro le coetanee cervesi e faentine con passivi di un'ottantina di punti ma ho ragione di pensare che un buon lavoro possa decisamente accorciare questo gap, soprattutto per le generazioni a venire. Solamente il dottor Mengele infatti potrebbe sostenere che Cervia e Faenza hanno geni e DNA superiori alle bambine ravennati: peccato però che io sia molto amico degli Ebrei e abbastanza duro di capoccia per non convincermene. Peccato.
Ecco allora che la società Basket Ravenna assume una volta di più una funzione educativa importante nella crescita di tanti aspiranti cestisti che non intendono, fortuna loro, tuffarsi nel tempo a venire in amenità quali calcio, pallavolo, sci, automobilismo, ciclismo e via discorrendo ma nella pallacanestro.
Chiudo con una frase che alcuni anni fa mi ha detto Beniamino: "non importa andare ad un evento vestiti in un certo modo, quanto invece esserci comunque".
Tanti bambini e bambine intendono esserci, comunque e a prescindere: pensate quale soddisfazione proveranno la prima volta che con un tiro infileranno la palla dentro al canestro...
Solo così si potrà fare la differenza. Solo così si potrà evidenziare la propria forza di organizzazione strutturata.
In bocca al lupo alle genti di Via della Lirica.
Giampaulauskas (babbo di Bang e Chicca)
PS con 6 punti (il massimo) assegnati alla tesi, coach Serri si è laureato stamattina. Punteggio complessivo 107. Alé! Bréf!!
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