Siamo amici del VEF Riga: da Ravenna un grazie e un saluto
Bang, Fede, Chicca (VEF Riga!!)
Riga è una città di una bellezza incredibile. Talmente coinvolgente che se non ti attizza allora è meglio lasciarla subito. Perché vuol dire che non la capisci. Se invece ti lasci prendere beh diventa persino doloroso lasciarla al termine della vacanza. C'è chi è stato a Praga e a Parigi e paragona Riga a queste due capitali. Io non sono stato né a Parigi né a Praga (in quest'ultima vorrei andare, Parigi mi lascia indifferente visto che sono insensibile all'arte, ai musei e a tutti gli stili architettonici...) per cui reputo Riga semplicemente...Riga. E meravigliosamente meravigliosa. Se poi uno scopre che la metà della sua popolazione parla in russo il tutto assume un carattere affascinante perché nei bar con le donne anziane, nei mercati popolari e per le strade (che in lingua lettone si chiamano "Iela") puoi pure permetterti di ricordarti quel 14% di lingua russa che hai studiato anni prima. Riga e la Lettonia hanno una tradizione sopraffina nella pallacanestro europea e probabilmente in un prossimo post ne tratterò più diffusamente. Quello che non quaglia però è che il VEF sia neo-campione nazionale ma che in tutta la città non se ne veda traccia. Non un manifesto reclamizzante partite, nessun gadget in vendita nei negozi. Per la capitale lettone sembra esistere solamente la Dinamo Riga che partecipa ad un importante campionato di hockey su ghiaccio pan-russo (forse sarebbe più esatto scrivere pan-ex-sovietico). Le casacche bianco-amaranto della Dinamo sono in vendita ovunque e così le t-shirt, i magnetini e tante altre amenità. Ma del VEF non v'è traccia. Robe da matti! Sembra come che la pallacanestro non interessi a Riga e ai suoi cittadini. Vorrei tornare a Ravenna però con un ricordo del VEF e l'unica possibilità che ho è quella di andare alla sede del club e vedere se hanno qualche gadget. Rintraccio la sede del sodalizio in Skunu Iela 6 (interno 6) una strada centralissima della Vecriga (la città vecchia), traversa dell'arteria pedonale che prende il nome di Kalku Iela. La domenica pomeriggio faccio un sopralluogo dell'indirizzo poi il lunedì pomeriggio mi presento e suono il campanello dell'interno numero 6. Salgo una vecchia scala grande e larga e arrivo fino in cima allo stabile dove una porta è aperta e vengo ricevuto da una donna mora che non conosce l'inglese. Subito dopo ne arriva una alta e bionda che lo parla fluentemente e alla quale spiego che non sono capace di rintracciare in città alcuna maglietta del club. Attendo il suo ritorno in una sala piena di maglie da gioco autografate dai giocatori del VEF e con i trofei vinti in un recente passato: quello di vice-campione nazionale 2009/2010 e quello appena conquistato contro il Ventspils nella finale di fine maggio della LBL. La gentile bionda mi dona tre t-shirt da portare ai miei figli e a Federico e inoltre mi autorizza a prendere una copia del libro storico sul club scritto nel 1988, opera il lingua lettone che cercherò a breve di recensire qui sul blog e che si intitola "VEF cinas". Perché in pochi, o quasi nessuno, sanno che il VEF Riga nacque nel 1958 e che fino al 1992 fu uno squadrone di punta nella pallacanestro sovietica. E che poi nel 2005, tredici anni dopo essere ingiustamente scomparso dalla mappa cestistica lettone, è stato rifondato. Nella foto vediamo pertanto, da sinistra a destra, Bang, Fede e Chicca con le tre magliette regalate dal VEF Riga. Ringraziando il VEF Riga ancora una volta per il regalo, unico più che raro, non posso che confermare quale grande servizio abbiano fatto costoro per la loro pubblicità fuori dai confini patrii. Forza VEF!! E naturalmente: "paldies" (che significa "grazie" in lingua lettone...).
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