martedì 20 settembre 2011

Scuola e corsi: riprende la normale quotidianità

In questi giorni sono stato molto impegnato e non ho potuto seguire con la consueta attenzione l'evolversi degli avvenimenti cestistici. Naturalmente anche l'amato rugby col suo Mondiale ci ha messo lo zampino perché, inutile nascondersi dietro a un dito, dal proprio DNA non si può fuggire. Magari l'amore sfrenato ed infinito per uno sport si affievolisce e in certi segmenti scema ma poi, come l'onda del mare, ritorna sempre. Ripeto: SEMPRE. E in questo mondo in cui nulla sembra eterno, la parola SEMPRE ha il suo effetto e il suo peso sulle vite di ciascuno di noi.

Adesso, una volta fatto il filosofo, rivolgo un saluto ad alcuni giovani ragazzi e ad alcune giovani ragazze. E ai loro genitori, ovvio! Accompagnare a scuola Chicca, con Bang non posso più perché lui mi lincerebbe (3^ media: roba grossa!!), è per me un privilegio altissimo (a cui mi sarebbe davvero impossibile rinunciare) sia per chiacchierare con lei del più e del meno per strada, sia per incontrare qualche genitore e tanti volti conosciuti di gente come noi, ovvero di coloro che tutti i giorni si arrabattono per fare quadrare le cose. Stamattina davanti alla celebrata scuola elementare di via Pavirani ho avuto l'immenso piacere di incontrare Andrea Mariotti, babbo di Riccardo che fino a pochi mesi fa fu uno dei grandi protagonisti di quella meravigliosa alchimia agonistico-empatica costruita da Marani e Marcheselli con i '98/99 Rossi (o Gruppo "B"). Papà Mariotti mi ha detto che ieri Ricky è tornato agli allenamenti con i 1999 del Basket Ravenna e ha espresso entusiasmo per questa nuova avventura. Ottimo! Mi viene ancora spesso da pensare a quella squadra, in cui Chicca era la ciliegina sulla torta, e con grande nostalgia la rimpiango perché certi intrugli riescono nella vita solo una volta e quasi sempre per un breve lasso di tempo: bastava vedere l'orgoglio e la serietà con cui Bang (sé sé propri lò...) si presentava agli allenamenti. Poi penso anche alle diverse ragazze che da oggi pomeriggio sotto la guida di Luca Ferretto incominceranno gli allenamenti: si andrà dalle nate dal 1998 al 2000, molte le conosciamo già e con un pò di buon lavoro e fiducia può davvero nascere un gruppo affiatato dove in primis lo stare bene insieme e il crescere nell'educazione siano le materie più importanti. Per queste ragazze poi il discorso è doppiamente importante visto che la loro età è molto delicata (sono appena entrate, o stanno per farlo, nell'adolescenza) e una linea precisa di educazione sportiva le può davvero fortificare e fare crescere ancora più sane che mai.

Non ho volutamente menzionato fattori agonistici. Non perché vincere una partita non faccia piacere a tutti, quanto perché un gruppo è coeso ed unito innanzitutto se si vive insieme bene e con un alto senso dell'appartenenza ad una comunità per rispettarne regole e modalità. Avere giocatrici/giocatori da 30 punti a partita e mini-campionesse/campioncini in fasce può diventare un discorso parecchio pericoloso che può prendere la mano a genitori che vorrebbero rivedere nella propria prole quello che non sono stati loro a quell'età, nonché forzare anche gli intenti a chi li deve allenare, individui che potrebbero benissimo galvanizzarsi oltre misura in quanto responsabili del boom agonistico dei loro allievi. Il discorso quindi prende una precisa strada: coltiviamo i campioncini o preferiamo dare priorità al gioco, alla crescita educativa e al senso di "gruppo" senza prim'attori/attrici? Le opinioni divergono in tal senso ed è bene che sia così: in una società pluri-dialettica e con menti pensanti libere ciò DEVE accadere. La risposta ad hoc sarebbe naturalmente quella di riuscire ad adottare un virtuoso equilibrio tra le due cose ma, si sa, nessuno al mondo ha la bacchetta magica.

Questa lunga riflessione odierna la dedico a mio figlio Beniamino, anche conosciuto oggidì come "Bang". In questi giorni infatti il figliolo mi ha detto che non intende continuare l'attività cestistica agonistica in quanto il Gruppo della passata stagione non sarà riproposto. Me lo ha detto con molta serietà e presa di coscienza, sintomo che questa sua scelta è stata ponderata. Bang non si allontanerà però dalla pallacanestro e rimarrà dialetticalmente presente. Spero sarà con me alle partite della Prima Squadra. Non posso che ringraziarlo per quanto ha fatto nella passata stagione: lui ha il mio stesso DNA e non ho mai smesso di "respirarlo" così come amavo dire quando era piccolissimo e tenendolo in braccio lo addormentavo alla sera. Lui allora era ancora "Nani", vezzeggiativo che gli resterà appiccicato per SEMPRE.

Ex-unitate vires, caro Nani. Il tempo è galantuomo, stai tranquillo e guarda avanti con immutata fiducia e serenità...

Babbo Nemo (quello del Nautilus però, e non quello del cartone con Dori e la barriera corallina!!!)

2 commenti:

  1. Vai Nani, sempre avanti, schiena dritta e sguardo fiero!

    Grande Babbo Nemo!

    Paola

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  2. A volte a scrivere certi post, e certe frasi, mi si annebbia la vista e mi vengono i goccioloni. Propri icè: i guzlò...(dal fati robi!)

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