Stamattina, su quasi due pagine, nella Gazzetta dello Sport
è stata pubblicata un’intervista a Gianni Petrucci, unico candidato alla
presidenza della FIP alle prossime elezioni di dicembre.
Petrucci ha tenuto a dichiarare il suo sperticato amore per la Pallacanestro anche
se ha dovuto ringraziare il calcio (???????) che gli "ha permesso di diventare
la persona che è" (congratulazioni per l’umiltà!!!), cito le parole testuali.
Il candidato, che parla già
da presidente in pectore, sostiene che il rilancio della Pallacanestro italiana
avverrà dal potenziamento della nazionale di Simone, da un accordo di
collaborazione con i presidenti dei club di Serie A1 e dall’aumento dell’interesse
nella palla a spicchi da parte delle grandi città.
Personalmente non penso che
la “cura-Petrucci” serva davvero a riportare in auge la Pallacanestro
italiana. Ritengo piuttosto che la limitazione all’utilizzo di giocatori
stranieri sia il primo passo importante per riacquisire progressivamente quella
forza e quelle qualità che portino la Pallacanestro italiana dove merita. Fa anche
tristezza vedere e sapere, già da parecchi mesi, che a parte il tronfio ed
auto-referenziale candidato romano non vi sia un altro movimento di
pensiero e di azione che proietti perlomeno un candidato alternativo. Questo al momento è
uno dei limiti, e delle zavorre, della Pallacanestro italiana ri-precipitata in
maniera preoccupante nel regionalismo e nel cieco egoismo.
Saranno i risultati sul parquet a dirci se le proposte di Superman-Petrucci avranno successo e ragione. Ma, scusate: di Re Mida non ne era già nato uno tempo fa?
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