Prendo atto della notizia che sta circolando nella nostra Grande Città in questi giorni, che ha tutto il carattere dell'ufficialità sia ben chiaro, che ci informa che la pallavolo femminile ravennate sparisce dalla mappa dei campionati nazionali. Titolo sportivo ceduto ad altro sodalizio, di altra regione. Ancora una volta nella Grande Città la mancanza di cultura sportiva, causa un'ignoranza che non tiene conto della storia e della gloria, affossa una disciplina. Con un colpo di spugna si umilia l'orgoglio cittadino e si cancellano le speranze di centinaia e centinaia di persone. E i nostri politicanti locali, Amministrazione Comunale in primis, dopo le promesse elettorali targate "Polisportiva" se ne dimenticano.
Panta rei, d'altronde, a Palazzo Merlato.
Panta rei, d'altronde, a Palazzo Merlato.
Tutto scorre.
In un segmento così fastidioso di crisi e recessione è oggettivamente anche difficile trovare operatori e ricconi che caccino la grana e si avventurino in progetti per i quali non riescono a vedere, nel breve periodo, il loro tornaconto. Leggo nel comunicato laconico che la pallavolo femminile nella nostra Grande Città ha oltre 500 praticanti nel settore giovanile. Adesso una parte di queste bambine si troveranno nella scomodità di dovere affrontare gravami e quant'altro per continuare a praticare questo sport in una società che ha mezzi sempre più ridotti. Va da sé, e senza volere apparire sciacalli o opportunisti, che una fetta di bacino d'utenza per le giovani bambine e ragazzine si aprirà verso altre discipline sportive.
E qui casca l'asino, direbbe Giancarlo Giannini nel film "Mi manda Picone". E qui ci siamo già capiti.
Molte giovani bambine e ragazzine potrebbero essere attirate dalla pallacanestro. Ho utilizzato il "condizionale" perché volere è potere e potere è volere. Mezzi e tecniche d'azione si possono studiare ed applicare.
Non perdiamo questo bel treno che si potrebbe fermare alla nostra stazione: è distante poche fermate e serve costruire traversini di legno robusti e resistenti alle intemperie del tempo e saldare ben bene rotaie per ricevere i convogli e le locomotive.
Nelle terre colonizzate, nel tempo che fu, l'arrivo della ferrovia ha sempre significato nel giro di poco "Progresso e Sviluppo". Ed anche opportunità da non perdere.
Cè davvero la possibilità di dare un bell'esempio. E costruire ancora molto tanto più che, come anticipato recentemente da Maurizio Massari, si entrerà anche nelle scuole medie per cercare di coinvolgere aspiranti giocatrici di pallacanestro.
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