Ecco l'intervista a Giorgio Bottaro uscita ieri, giovedì 5 luglio 2012, sul quotidiano La Voce di Romagna a firma del noto giornalista e amico Riccardo Sabadini.
In attesa di notizie ufficiali su quella che sarà la
struttura tecnica dell’Acmar che verrà, Giorgio Bottaro, raggiunto
telefonicamente, ha illustrato un po’ qual è la situazione al momento attuale.
“Stiamo lavorando molto bene, con grande entusiasmo e qualità: vogliamo costruire una squadra giovane, accattivante, con una forte connotazione romagnola ma soprattutto futuribile e che abbia come obiettivo quello di fare meglio possibile, facendo risparmiare soldi al presidente. In un periodo in cui, solo nel nostro girone dello scorso anno, hanno chiuso realtà come Fossombrone e Rovereto mentre Rimini affronterà il campionato con la squadra Under 19, è importante che il lavoro che svolgiamo sia atto a farci durare nel tempo”.
“Abbiamo valutato l’acquisizione di due titoli di DNA – prosegue nell’analisi Bottaro - ma abbiamo escluso questa scelta perché non vogliamo fare il passo più lungo della gamba e in questo momento di difficoltà vogliamo concentrarci sulla sinergia del nostro lavoro col territorio; il settore giovanile ha numeri importanti e vogliamo continuare a lavorare sempre con maggiore attenzioni e qualità per produrre altri giocatori importanti, sulla falsa riga di Cicognani”.
Giorgio Bottaro è una sicurezza per l’Acmar: 17 anni di esperienza come dirigente ai massimi livelli, in cui per sua stessa ammissione “non ho mai perso un allenamento, l’unica volta che non ho seguito la squadra è stata la Lottomatica Roma in una partita di Eurolega in Slovenia perché ero a letto con più di 40 di febbre”. Insomma l’uomo giusto a cui affidare un progetto “Romagna-centrico” che punti a legare a doppia mandata la squadra al territorio, un uomo che ritorna alla sua passione più antica, quel basket che fin da ragazzino ha riempito la sua vita.
“Io sono un uomo di sport ma per la pallacanestro ho sempre avuto un amore viscerale: a 20 anni giocavo, scrivevo e facevo le radiocronache per la Jolly Colombani di Forlì. Amo il lavoro che faccio perché è un ambiente dove scorre l’adrenalina, che esalta le sensazioni; è fantastico programmare un’annata, verificare in corso d’opera l’andamento, portarla a compimento e poi subito riprogrammare la stagione seguente”.
Ora non resta che attendere notizie ufficiali, che non dovrebbero tardare troppo ad arrivare: intanto domani scade la deadline per l’iscrizione della squadra al campionati di DNB che vedrà ai blocchi di partenza un’Acmar romagnola più che mai.
“Stiamo lavorando molto bene, con grande entusiasmo e qualità: vogliamo costruire una squadra giovane, accattivante, con una forte connotazione romagnola ma soprattutto futuribile e che abbia come obiettivo quello di fare meglio possibile, facendo risparmiare soldi al presidente. In un periodo in cui, solo nel nostro girone dello scorso anno, hanno chiuso realtà come Fossombrone e Rovereto mentre Rimini affronterà il campionato con la squadra Under 19, è importante che il lavoro che svolgiamo sia atto a farci durare nel tempo”.
“Abbiamo valutato l’acquisizione di due titoli di DNA – prosegue nell’analisi Bottaro - ma abbiamo escluso questa scelta perché non vogliamo fare il passo più lungo della gamba e in questo momento di difficoltà vogliamo concentrarci sulla sinergia del nostro lavoro col territorio; il settore giovanile ha numeri importanti e vogliamo continuare a lavorare sempre con maggiore attenzioni e qualità per produrre altri giocatori importanti, sulla falsa riga di Cicognani”.
Giorgio Bottaro è una sicurezza per l’Acmar: 17 anni di esperienza come dirigente ai massimi livelli, in cui per sua stessa ammissione “non ho mai perso un allenamento, l’unica volta che non ho seguito la squadra è stata la Lottomatica Roma in una partita di Eurolega in Slovenia perché ero a letto con più di 40 di febbre”. Insomma l’uomo giusto a cui affidare un progetto “Romagna-centrico” che punti a legare a doppia mandata la squadra al territorio, un uomo che ritorna alla sua passione più antica, quel basket che fin da ragazzino ha riempito la sua vita.
“Io sono un uomo di sport ma per la pallacanestro ho sempre avuto un amore viscerale: a 20 anni giocavo, scrivevo e facevo le radiocronache per la Jolly Colombani di Forlì. Amo il lavoro che faccio perché è un ambiente dove scorre l’adrenalina, che esalta le sensazioni; è fantastico programmare un’annata, verificare in corso d’opera l’andamento, portarla a compimento e poi subito riprogrammare la stagione seguente”.
Ora non resta che attendere notizie ufficiali, che non dovrebbero tardare troppo ad arrivare: intanto domani scade la deadline per l’iscrizione della squadra al campionati di DNB che vedrà ai blocchi di partenza un’Acmar romagnola più che mai.
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